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La scelta del pavimento sopraelevato: grès o parquet?

Il pavimento è tra gli elementi che caratterizzano maggiormente l’aspetto degli interni e per questo rappresenta una scelta che va ponderata con attenzione. Ma se parliamo di edifici di prestigio come centri direzionali, uffici, banche, negozi la scelta solitamente ricade sul gres porcellanato o sul parquet/legno naturale.

La corretta scelta del pavimento assume un ruolo progettuale decisivo, perché il pavimento svolge numerose funzioni: oltre a uniformare la superficie di appoggio, può rendere una stanza più o meno spaziosa all’occhio umano, renderla più buia o più luminosa, far risaltare i colori di mobili e complementi e infine unire visivamente più ambienti in successione. Bisogna però prestare attenzione anche all’aspetto della manutenzione: un materiale troppo delicato inserito in un ambiente ad alto traffico potrebbe infatti rovinarsi in poco tempo, perdendo le proprie qualità estetiche e/o funzionali e richiedendo una sostituzione precoce, o ancora necessitare di trattamenti di pulizia molto accurati e ravvicinati, con ovvie ricadute in termini di tempi e costi di gestione. Scegliendo il pavimento bisogna tenere conto dei propri gusti, ovvero delle preferenze di ciascuno in relazione a colori, forma e materiali, ma soprattutto bisogna considerare le specifiche di qualità di ciascun materiale, in termini di aspetto estetico, invecchiamento, resistenza all’usura e all’umidità e facilità di manutenzione. La destinazione d’uso del pavimento è una tra le chiavi da considerare per la giusta scelta della copertura del pavimento sopraelevato. In ambienti direzionali, uffici e negozi, per esempio, il viavai di impiegati e visitatori e l’utilizzo di sedie con rotelle comporta la necessità di scegliere un materiale duro, tipo gres porcellanato e/o lapideo naturale. Ecco che con questo tipo di copertura la durata del pavimento sopraelevato è pressoché infinita. La resistenza allo scivolamento è una caratteristica che coinvolge la sicurezza e la salute degli utilizzatori della pavimentazione, perché pavimenti scivolosi sono potenziali cause di infortuni anche gravi: è per questo motivo che tale caratteristica riveste un ruolo molto importante in sede di progettazione di edifici a destinazione pubblica (uffici, ristoranti?) o industriale. I coefficienti di scivolosità indicati dal valore R classificano i prodotti secondo le esigenze specifiche delle destinazioni d’uso, indicate secondo un ordine crescente di pericolosità, con riferimento soprattutto agli ambienti industriali e commerciali.
I valori vanno da R9 per i materiali che hanno superato il primo livello del test fino a R13, indicati per particolari lavorazioni industriali. In generale nella scelta di una piastrella per utilizzo residenziale si può considerare come criterio orientativo di utilizzare piastrelle che siano R9 per tutti i pavimenti interni e R10 o R11 per gli esterni.

Scegliendo un gres si può spaziare tra differenti formati, colori, temi, giochi di tonalità e finiture, ad esempio effetto legno o pietra. Anche la finitura può variare; non esiste infatti soltanto quella naturale di cui già abbiamo parlato, ma anche la pre-levigata, levigata, lappata, lucida e satinata. Per ottenere queste finiture più lucide, si va a “grattare” la superficie opaca del gres e si aprono dei pori sulla superficie della piastrella (per legge il gres non può comunque assorbire più dello 0,5%). Grazie a questa lavorazione si ottengono finiture più eleganti ma più limitanti a livello di utilizzo, in quanto il pavimento risulta essere più scivoloso. Pertanto, non può essere utilizzato per esempio nelle zone in cui c’è la possibilità di avere dell’acqua a terra, come gli ingressi.

Una finitura lucida diventa però una scelta interessante in ambienti di prestigio in cui si vuole privilegiare l’aspetto estetico. Ad esempio negli ambienti direzionali – dove può esserci la distinzione tra gli uffici generali e la Direzione – si può scegliere di utilizzare in quest’ultimo ambiente un gres lucido per dare vita ad un pavimento prestigioso, di rappresentanza e qualità. Dato che l’alto traffico viene meno e di conseguenza l’usura del pavimento non è più un elemento di preoccupazione, ecco che si può optare anche per il parquet naturale, materiale caratterizzato dalla sua bellezza e dalle insuperabili doti di naturalità. Inoltre lo sviluppo delle tecnologie di produzione ha portato ad avere pavimenti in parquet molto resistenti ed estremamente longevi ed ha sfatato il luogo comune che descrive il parquet come estremamente delicato e di difficile manutenzione. La bellezza e la particolarità del parquet rispetto ad altre pavimentazioni è dovuta al fatto che il legno è un materiale vivo, nel senso che reagisce alle condizioni ambientali in cui si trova, in particolare ai fattori di temperatura e umidità. Da questo punto di vista l’ambiente ideale dovrebbe avere una temperatura compresa fra i 5 °C e i 35 °C e un’umidità relativa fra il 40% e il 65%.

La finitura di un pavimento in legno può essere effettuata in tre modi: verniciatura, ceratura o con trattamento a olio.

Verniciatura: è generalmente costituita da una mano di fondo e successivamente una o più mani di vernice.
La mano di fondo serve soprattutto per chiudere la porosità del legno, isolare le sostanze in esso contenute per evitare cambiamenti di tonalità e garantire una superficie particolare uniforme che permetta una maggiore resa della vernice ed un suo migliore aspetto estetico.
Le vernici possono avere gradi di brillantezza diversi e si distinguono in: lucide, semilucide, satinate e opache.
Ceratura: in alternativa alla verniciatura è possibile una finitura a cera. Il trattamento a cera è compatibile, in genere, con tutti i legni ed è quello che meglio esalta il naturale colore del legno. Esso richiede però, a differenza di un pavimento verniciato, una cura maggiore nella manutenzione.
Olio: un’altra finitura del pavimento può essere realizzata con trattamento ad olio. Il trattamento ad olio non forma un film superficiale, ma genera una vera propria impregnazione del legno, pur lasciandolo traspirare. Questo sistema “carica” la tonalità del legno (acquista una colorazione più scura) e richiede buna accurata manutenzione.

Non esiste quindi un rivestimento migliore di un altro, ma soltanto pavimenti più o meno adatti alle esigenze di ciascun cliente e alla destinazione d’uso di ogni ambiente.

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